sabato 29 dicembre 2018

Faber Faber Faber, ogni teatro schiaffa la faccia depressa del vecchio cantautore genovese sol proprio manifesto, io sono abituato a vedere ogni genere di linguaggio spettacolare o teatrale che dir si voglia ma non posso credere che si faccia uno spettacolo dedicato a De Andrè. Sulle tavole del palcoscenico vanno in scena i drammo dell'eterno problema del nascere e del vivere e del morire. A me non fotte una beneamata sega che voi brizzolati da pischelli cantavate sulle note di De Andrè e adesso credete di vivere gli stessi momenti quando urlavate VIETNAM VINCERA' neo cortei in attesa di limonare con qualche bambola in nome della vittoria del proletariato. Così è o per lo meno è stato anche se non vi pare. La memoria è nelle vostre mani, cambiate e ingrandite o ingigantite come volete.Tornare ai bei tempi è impossibile. C'è chi ha affermato (Gabriele Lavia) perfino che Eduardo De Filippo è troppo poco per un teatro, e va bene, sembra esagerato. Ma cerchiamo di alzare un po' il tiro tutti quanti o per lo meno andiamo più in profondità. Invece che andare a fondo. Non si esalta il valore della diserzione, dovrebbe essere punito come un reato.

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