martedì 2 febbraio 2016

Quanta letteratura emerge dal web grazie al'e.book... io sto lavorando a un romanzo, anzi sto lavorando UN romanzo. E la riscrittura costa fatica, la sostanza del lavoro è tutta lì.Quello che succede all'autore oggi è troppo somigliante a un gesto creativo che ricorda l'infanzia, la prima confidenza col mezzo. E' un manifestare l'entusiasmo del primo risultato, l'epidermica banale impressione di chi ha appena toccato con mano il miracolo del raccontare.
Ma quel che conta è scalzare e estrapolare le emozioni e le sensazioni del lettore.

Se ricordo quando ero bambino, penso a quell'acquarello ancora incorniciato sulla mia credenza, un disegno infantile che non vedevo l'ora di mostrare. Avevo scoperto la pittura.

Se penso al dattiloscritto degli Anni Novanta che portai a MARCOS Y MARCOS solo perché il suo capo, Zapparoli, era amico di un mio amico, e ricordo che qualche anno dopo affastellai inutili tentativi di miglioramento, culminati nella decisione di gettare il romanzo di quattrocento pagine nel cassonetto della carta.

A quei tempi abitavo a Figino, quartiere di Milano-ovest vicino all'Inceneritore AMSA...

I luoghi influenzano le decisioni degli scrittori.
Non vedevo l'ora di presentare le mie referenze letterarie.

Oggi accade lo stesso, la possibilità di finire su AMAZON in capo a quarantottore col proprio romanzo corredato di una fantastica copertina, è pura seduzione, c'è chi ormai è esperto della messa in web al punto di segnalare la pubblicazione del terzo, del quarto romanzo. Ma se lavorassimo SUI romanzi, come la buona norma di uno dei più utili esercizi di scrittura creativa prescrive, sapremmo che dobbiamo considerare i primi romanzi una semplice incursione letteraria per strutturare il nostro corredo di scrittori. Quando l'incursione dura anni, è l'apprendistato del più difficile lavorìo del mondo a prendersi il tempo che gli serve. Proprio così, lavorìo è la definizione idonea. La soddisfazione è sottoporre la spontaneità ad una miriade di trucchi ed espedienti retorici, che non uccidono la naturalezza. Un legno di cirmolo non muore certo sotto le sgorbie dello scultore.

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